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AD OGNI LATITUDINE

"E' uno scandalo!", dicono gli scandalosi

AD OGNI LATITUDINE
Tre latitudini, tre regioni, tre scandali. Nord, centro, sud, Lombardia, Lazio, Sicilia. Poi ci sono i cosiddetti tesorieri dei partiti. Le imprese sono da malviventi a tempo pieno, le facce le confermano, i nomi d'arte, “er Batman”, da banda della Magliana, le stazze preoccupanti, le giustificazioni (e i finti sdegni degli ipocriti che adesso si stracciano le vesti) da sedia elettrica: hanno perfino scomodato i bambini orfani, che, evidentemente, facevano ubriacare con cene alcooliche da 50000 euro, ovviamente soldi pubblici, anche chiamati “rimborsi”. Ricordano, con il dovuto rispetto, certe beneficenze da stadio, a rimborso spese, e pagate dal gentile pubblico di fanatici. Tre regioni, tre voragini. E le altre diciassette? E i Comuni, le Province? Le Asl? Il settore genericamente definito pubblico, con le sue migliaia di burocrazie puntualmente ipertrofiche? Ma fatevi un giro, se avete un progetto da promuovere, per le varie amministrazioni romane. Kafka vi sembrerà un fumetto per ragazzi. E non ci sono solo le ruberie a man salva ma anche gli sprechi, non meno gravi, da mani in mano. Qui dove vivo, Marche, l'informazione locale vuol campare tranquilla e collabora attivamente per mantenere la provincia di Fermo, che non è solo regalata visto che non racimola neanche 150mila unità a fronte delle 200mila richieste, ma soprattutto ridicola. E, scusate, parassitaria: qualcuno sa dirmi a cosa è servita in tre anni, a parte tagliare nastri, imbarcare raccomandati e concedersi con sobria eleganza alla Tipicità, la sagra dei prodotti tipici, assessori e consiglieri a rimpinzarsi di ciauscolo? Ho fatto un calcolo sommario, per mantenere un ente di carta, che dà lavoro a una quantità di riciclati e di trombati, spendo personalmente 500 euro in più, suddivise negli implacabili “contributo Provincia” in bolletta. Che senso ha? Una stampa, anche locale, non dovrebbe domandarselo? Ma la stampa locale, consonante con le amministrazioni, insiste, o provincetta o morte, e a me pare davvero il trionfo dell'irresponsabilità in un paese al naufragio.

Veniamo ai Comuni? Non ho mai capito perché da queste parti sia così maledettamente difficile fare qualunque cosa, giunte messicane che si esaltano se in 10 anni rimettono a posto un marciapiede. C'è un villaggio, Porto San Giorgio, che è da manuale quanto ad inconsistenza: in trent'anni li ho visti passarsi il testimone di una inerzia deprimente, destra e sinistra. Comandava un certo tipo, e adesso magari c'è la moglie, o il figlio. Quanto sfrenato attivismo per la paralisi: nella stagione estiva appena conclusa non è stata adottata una sola manifestazione degna di questo nome. Il paesello vive di ricordi, di microcriminalità sempre più demente, è inerte, non ha servizi: è l'unico, credo, lungo l'intera dorsale adriatica da Rimini a Pescara, a non avere mai avuto una pista ciclabile. I posti per gli scooter sono rari e occupati dalle macchine (che peraltro parcheggiano anche negli incroci e sugli alberi). Qui non esiste niente, non c'è vita, non c'è commercio, il centro è una Spoon River, la metà dei negozi è trapassata negli ultimi 2 anni, sarcinesche scese come lapidi, a fine mese sbaracca anche una pasticceria Torinese, lungo il viale don Minzoni, che aveva riaperto a Pasqua, ma, strozzata dalla crisi e da un affitto che parrebbe spropostato a Cortina, non ce la fa. A due passi c'è il teatro: sempre vuoto, chiuso, morto. Domanda: a cosa servono enti territoriali del genere così “gestiti”? La politica amministrativa, pare incredibile, è il mestiere che richiede meno competenze di tutti (quanti sono i chiarissimi incapaci nominati assessori “per logiche di coalizione”, nell'eufemismo del sindaco di turno?). Gli enti si piangono addosso, ma quello che manca del tutto non sono i soldi: sono le idee. E tutti, a qualsiasi latitudine, sono sacri e inamovibili come le vacche indiane, persino il mentecatto in furgoncino comunale che passa la vita a mendicare corruzione spicciola e arriva a sabotarti un evento che non lo coinvolgeva.
Il governo tributario-moralistico di Monti aveva promesso l'uomo nuovo, e già un brivido ci correva lungo la schiena. Non ha saputo eliminare alcun privilegio di casta, le promesse di cancellare le province eternamente transitorie, di introdurre criteri di valutazione nelle pubbliche amministrazioni, si sono confermate autentiche buffonate. Sapete cosa sapranno fare i borghi qui? Copiare le trovate di Pisapia, le domeniche in bici, le domeniche cinesi. Con l'aggravante che, se a Milano sono patetiche, qui dove il mare dista 50 metri dalla statale adriatica congestionata di camion, sono definitivamente idiote. Ho citato un paio di esempi, ma quanti sono i costi, del fare e del non fare, da nord a sud passando per il centro?

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