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NESSUNO CONTROLLI ALEX

Il Fatto quotidiano

NESSUNO CONTROLLI ALEX
Che grande, Alex Schwazer, che uomo, che tempra nell'ammettere “Ho sbagliato (a fidarmi)”, per dire mi avevano giurato che non mi beccavano e invece ci son cascato come un sudtirolese. Anche da queste cose si capisce che siamo discriminati, che il mondo ce l'ha con noi. Che ha fatto di male il povero Alex? Ma niente, voleva solo andare più forte, e chi non lo vorrebbe? Forse che si partecipa a un'Olimpiade per arrivare ultimi? Chi è senza peccato scagli il primo doping. E poi, doping: che cosa è il doping, cosa vuol dire doping? Volendo, tutto è doping, anche le scopate della Pellegrini prima di andare in vasca, volendo, sono un metodo non ortodosso per caricarsi. Per non parlare dei balletti alla don Lurio di quel cannato di Bolt. Tutto è doping, niente doping e Schwazer paga per tutti: non è giusto, a noi nessuno ci tutela, siamo sempre la Cenerentola d'Europa, se non lo avessero beccato Schwazy vinceva sicuro ed è questo il vero scandalo. Perché questi signori delle analisi, pagati per fare controlli a trabocchetto, non si guardano loro, non fanno i prelievi ai loro figli? Alex, che è un uomo, un sudtirolese, un sudtirolese vero, ma ha anche una mamma, una mamma coraggio che adesso piange per lui ma non smetterà di chiedere verità, signor presidente, l'ha detto, con estrema chiarezza: “La mia carriera è finita”. Cioè: voglio fare un reality. Cioé: se mi dice bene, adesso viene il bello, che mi ero anche rotto i coglioni di sfacchinare per 50 chilometri sotto il sole come un idiota. Adesso, solo i vigliacchi senza cuore possono ironizzare sull'autentico dramma che sta vivendo questo giovane atleta, leale, dalla faccia pulita, incapace di mentire. È una vergogna, signor presidente, e se lei ci rappresentasse davvero, lei che si dice sia figlio illegittimo del re, dovrebbe intervenire: torni a Londra e faccia un pianto di protesta. Siamo tutti Alex, ich bin Schwazer, tutti in piazza a sventolare una fiala, “e adesso analizzateci tutti”, Alex Schwazer è il cuore dell'Italia, un cuore ferito, che sanguina. Paga per tutti e soprattutto per colpe che non ha: i patti erano diversi e qualcuno li ha traditi. Onore al sudtirolese Schwazer, stroncato nel fiore dell'età atletica da una manovra europea, asburgica e pure angloamericana. Attendiamo che il Paese si mobiliti, che Vespa lo inviti col plastico dello sgabuzzino delle siringhe, e poi pioggia d'interviste, libri, programmi radio, “Ballando sotto le pere”, una rubrica fissa, possibilmente su Libero (ma, per mera coerenza logica, andrebbe bene anche Il Fatto quotidiano), a fianco di quella di Moggi, una statua a Vipiteno, zittà tofe tutto è altissimo, purissimo, merkelissimo, e non dovrebbe mancare, per una sorta di risarcimento morale, seppur parziale, un seggio in Parlamento alle prossime elezioni (con chi è presto per dirlo, tutti si stanno inculando con tutti, altro che bunga bunga, ma inevitabilmente la Sudtiroler Volkspartei parte avvantaggiata, fate l'antidoping pure a lei). Ma la prima misura da adottare, urgentemente, subito, adesso, è l'abolizione dell'antidoping o, meglio ancora, la legalizzazione del doping. Così tutte queste assurde commedie finiranno, e ciascun atleta sarà libero di spararsi quello che vuole, dall'eritropoietina alle misture fantozziane “pepe di Cajenna, nitroglicerina, olio di ricino, 3 chili di prugne e una miccia a stoppino corto”. E poi, vinca il miglior bombato.

Commenti

  1. ammesso che Bolt sia un cannato, la marjuana non migliora le prestazioni nella competizione atletica, semmai "rilassa".
    Orsù, caro Massimo, questa è proprio alla Di Pietro Con simpatia V.
    ;)

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  2. Forse rilassa troppo: dove avrei scritto che la marijuana fa correre di più? Ho scritto che lui stesso riconosce quella dieta.

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