UNO COSI'
Cari padani, ammesso che
esistiate questo signore vi ha preso per il culo per quasi 30 anni.
Svogliato, fallito, senza voglia di lavorare, s'è inventato un nuovo
modo di far politica, basato su un livello di cialtronismo ancora
sconosciuto, e con quello si è trovato un modo di stare al mondo, di
diventare ricco, di sistemare una famiglia. Naturalmente non ce
l'avrebbe mai fatta senza il vostro convinto apporto, al limite della
venerazione, ed è per questo che ve lo meritate. Ve lo meritate
tutto. Ricordate quando lo seguivate alla foce del Po, detto
Eridanio, con le ampolline per l'acqua santa? Quando gridavate
“secessione, secessione”, e intanto la nuova famiglia si
annetteva sempre più a Roma ladrona? Ecco qua, adesso sgorga tutto,
comprese le frequentazioni spericolate del figlio detto Trota, uno
incapace perfino di diplomarsi a pagamento se non, ironia della Nemesi, a Napoli, e sì che il
padre era un leader di partito nell'Italia delle raccomandazioni. Uno che dice balle pure
sulla sua laurea in economia, degno figlio di tanto padre che
inventava carriere da medico (e poi dicono che buon sangue non mente:
ma se non fanno altro).
Non
c'è molto da dire, cara gens padana, teneri vichinghi della
Val Brembana, Braveheart brianzoli, seguaci lumbard di un Alberto da
Giussano inventato da uno stemma da biciclette, se non che eravate convinti
d'essere i più furbi e invece eravate dei poveri imbecilli. Adesso
non scandalizzatevi, non sdegnatevi e neanche urlate al complotto:
avete avuto il condottiero che cercavate, quello che vi ha
rappresentati al meglio. Perché per andar dietro ad uno così,
bisognava proprio essere gente così. Avevate orgasmi padani, quando
bestemmiava in canotta, tirava su il dito medio come un tic, si
puliva il culo col tricolore, minacciava di pallottole i giudici
terroni, lo esaltavate quando andava e veniva da Berlusconi, quando
perdeva di vista qualsiasi obiettivo, quando rinnegava una secessione
impossibile e un federalismo mai possibile e mai davvero voluto: era
tutto fumo nei vostri poveri occhi per sistemare trote, lucci, e
qualche boccalone. Intanto il “movimento”
dei puri si sbriciolava come la facciata di un palazzo roso dal potere, con i
nepotismi e i familismi più grotteschi, con gli scandali uno dietro l'altro, con un leader sempre più impotente nella
sua malattia, con la fronda interna del Maroni che gliel'aveva
giurata fin dalle cene di metà anni Novanta, quando l'Umberto
entrava in pizzeria ubriaco bofonchiando “bisogna uccidere
Berlusconi” e l'altro faceva dei gesti come a dire, è pazzo, è
bevuto. E questo tetro circo padano incredibilmente ha tenuto le sue
repliche per 27 anni filati, 20 dei quali al colmo del potere. E
adesso il circo dell'antipolitica, logorato dai vizi della politica,
finisce come la peggiore DC, come i socialisti di Bettino,
nell'incredulità generale e nelle maledizioni in dialetto ai
giudici, che hanno solo accelerato un disfacimento in atto. Giuliano Ferrara, che a volte abusa della sua
intelligenza e finisce per fare la figura del cretino, dice, anzi
tuona, che non bisogna fermarsi alle piccolezze giudiziarie (e
chiamale piccolezze) e rendere l'onore delle armi a un simile
condottiero. Casomai, l'odore delle armi. Quelle dei boss delle 'ndrine coi
quali, secondo alcune carte, il Trota usava far comunella. Sarà anche una bazzecola giudiziaria, ma si attende smentita. Convincente.
ottima analisi,
RispondiEliminaarticolo non degno delle "grandi" testate,
troppo realistico per i poveri (el)lettori di tali pezzi di carta buona solo per il businees.
per quel che vale passa,insiem ai tuoi affetti,gatti compresi,una serena Pasqua.
vince'
altrettanto. anche da parte dei gatti.
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RispondiEliminaPiccola provocazione! Ma candidarti com
RispondiEliminae capolista? Visto che di palle piene ce ne sono parecchie!
Ciao Max,
RispondiEliminapienamente d'accordo con il commento di Vince'. Bene hai fatto a focalizzare l'attenzione non tanto su bossi e famigghia (tanto quelli se la cavano sempre, da politici navigati quali sono) ma sui gonzi che lo hanno sostenuto in questi anni. Qui in Brianza si sentono certe difese deliranti da parte di alcuni fanatici leghisti che c'è da farsi cascare le braccia, è tutto un complotto, la magistratuta dopo berlusconi vuole azzoppare la lega, fino al definitivo "possono dire tutto quello che vogliono, per me è tutto falso, è tutta una congiura", giuro sentito con queste mie orecchie (ho anche sentito questa: però vedi che lui si è dimesso, non è mica come tutti gli altri; dimesso da che? da segretario del partito, mi risulta che in parlamento ci stia ancora, ergo lo stipendio a roma ladrona lo munge ancora). Io mi sono fatto questa idea: per certa gente, dopo anni e anni di convincimento, di fanatismo, di fette di salame sugli occhi, è dura destarsi di colpo, guardarsi allo specchio e ammettere: mi hanno preso per il culo, sono stato un coglione. Quindi scatta un meccanismo psicologico per cui la difesa del leader non è tanto riferita a lui ma a se stessi, per non ammettere la propria coglionaggine. Per questo dico che bene hai fatto a concentrare il tuo articolo sui gonzi che lo hanno sostenuto.
un abbraccio
Sandro, Seveso
il fanatismo teme la ragione. la cancella.
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