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LA TUA VOCE RESTERA'

"Io ho superato la paura di morire, che è quella che condiziona tutta la vita. L'ho superata. Oggi qualsiasi cosa mi succeda, mi preparo ad affrontarla nel modo migliore. Quando hanno trovato il tumore al cervello mi avevano dato tre mesi, sono passati due anni e io domani spero di risvegliarmi. È vivere nella maniera più scanzonata. Ho ritrovato i miei figli, Giancarlo e Barbara, e non ci avrei mai scommesso fino a cinque anni fa. Quello che ha cambiato tutto, ha riscritto tutto, è stata la fede. Oggi io sono un altro. La mia vita può finire domani, ma non mi procurerà mai più il dramma della fine, dell'abbandono, del buio. Ho accettato la situazione e, guarda, io non ho niente dell'eroe: è solo che quando sono entrato in sala operatoria, sapendo cosa mi aspettava, ero tranquillo come fossi da dentista. Ed ero certo, dentro di me, di uscirne. Vivo. Sentivo una forza incredibile e nuova. Tu di me hai scritto che sto viaggiando con la morte ed era vero, resta vero, ogni tre mesi una tac mi dice se ne ho guadagnati altri tre. Così da due anni, e per altri due, con la speranza alla fine di uscirne. Però ti assicuro che non c'è una notte in cui io tema di non svegliarmi. Ho perso lo sgomento. Mi sento più vivo io di tanti che sono sani. L'unica cosa che chiedo a me stesso è di non riattaccarmi alla vita, di prendere tutto come viene, giorno dopo giorno, ora per ora. Anche i progetti, anche il monologo a teatro, i ragazzi che ascoltano attenti... Sarà che, se ci penso, io sono sempre rinato, ho passato la vita a rinascere... forse Diego, mio figlio, ha voluto che arrivassi a questo, a raccontare la mia vita, la sua vita finita a 19 anni, per quelli che oggi hanno la sua età. Sì, forse è lui che mi guida. E io non mi riattacco alla vita: semplicemente vivo. Sapessi la gioia quando questi ragazzi alla fine di un incontro vengono, mi fanno domande... lì capisco che tutto quello che mi è successo è servito".

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