Passa ai contenuti principali

E' IL MOMENTO DEGLI SCARPONI



E' IL MOMENTO DEGLI SCARPONI
Ma chi è questo Masiello che truccava le partite e adesso finito in galera piange e si dispera “perché non sapeva quello che faceva”? Un pedatore di seconda fila, uno da sottoclou, di quelli che però cambiano continuamente squadre e magari arrivano fino in Nazionale e tutti si chiedono: ma come ha fatto? Poi si scoperchia il pentolone, fatto di combines, di mazzette, di loschi figuri, di ultras in odore di criminalità, di bande balcaniche o asiatiche e camorristi nostrani, come nei film di Piedone lo Sbirro, e chi c'è a mescolare nel pentolone? Masiello e quelli come lui, puntualmante tirati in ballo, e sono decine, il dorato mondo del calcio depilato è in mano, anzi nei piedi di gente che gioca come secondo lavoro, il primo consistendo nell'organizzazione del malaffare. Ed è un lavoro duro, a tempo pieno perché devi coordinare le puntate, spostarti di continuo, tenerti buoni i malscalzoni che se no ti tagliano la gola, illudere i tifosi più scalmanati, mentire con la libera informazione che non sospetta mai di niente, andare in televisione a reclamare pulizia ed esecrare quelli che come te si vendono gli autogol, devi pure curare l'immagine perché l'immagine è tutto specie ai tempi di twitter e così devi sembrare sempre una maschietta appena uscita dal salone di bellezza. Poi devi mettere insieme tutto questo e scendere in campo e fingere di giocare. Che fatica!
Ma non è solo nel calcio, un po' dappertutto il lavoro che appare è il secondo o il terzo, il primo consistendo nella promozione di se stessi a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo. Anche nella cosiddetta libera informazione ci sono di quelle scartine che un bel giorno le trovi nei programmi di cassetta, nei varietà lassativi e va bene che è il posto giusto per loro ma tu li conosci e sai che non valgono niente, sono i Bettarini, i Coco, i Doni della situazione, sai, come sa tutto l'ambiente, che al massimo possono rubacchiare roba raccattata su internet o copiare dal compagno di scrivania e allora ti chiedi: ma come è possibile? Anche lì il solito gioco delle giravolte, dell'integrità di cartone, comprata e venduta. Perfette nullità ma con alle spalle, a volte letteralmente, i mentori, quelli che ti impongono nelle redazioni e nei programmi, i padrini e gli agenti perché oggi senza agente, senza maneggione, cerniera tra avanspettacolo e politica, non arrivi da nessuna parte. Così nello sport, nella libera informazione, nelle arti e mestieri dove non mancano guitti da centro sociale figli di prefetti che li tengono fuori guai, maoisti dediti alla cocaina, moralisti senza etica, semianalfabeti a livelli imbarazzanti, profeti dell'idiozia discotecara che si fanno crescere la barba. O sedicenti scrittrici come la Santacroce che per reclamizzare un libro sono costrette a conciarsi come al tabarin secondo la massima dei nostri tempi: “Sotto l'addobbo niente”. È il momento dei pessimi, degli oscuri scarponi che arrivano in Nazionale perché la palla la fanno girare come vogliono loro. Poi magari finiscono male, ma bisogna cogliere l'attimo.

Commenti