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QUELLO CHE NON PUOI DIRE


QUELLO CHE NON PUOI DIRE
Con mia madre Camillo si comportava da pelouche: più quella, con tutta la buona volontà, ne diffidava, non riuscendo ad entrarci in sintonia, più lui la sommergeva di musate, attenzioni, sguardi adoranti. Qui da noi invece sta più sulle sue. Non protesta se viene coccolato, ma dopo un po' si stanca e caracolla via, indolentemente scocciato. E non è mai il primo a cercare qualcuno: neppure Nerino, che invece moltiplica le sue effusioni, semplicemente felice d'aver trovato un compagno di giochi. È da vedere cosa non s'inventa: lo provoca, gli salta addosso, l'arrovescia, ma sempre con la delicatezza infinita di chi sa d'avere un'arma micidiale nella zampa. L'altro un po' ci sta, ma sembra incerto, confuso. E con noi, quelle armi non le sa dosare, se decide che coi grattini dobbiamo farla finita, si rivolta con un'unghiata che squarcia. So che non lo fa per aggressività: è soltanto incapace di dosare le sue reazioni, ieri s'è svegliato di colpo mentre mia moglie lo carezzava e sul suo muso s'è dipinta una maschera di terrore e le zampe sono scattate. Cosa ti hanno fatto, cosa conservi dentro senza potercelo raccontare? La notte d'improvviso si mette a piangere, e i suoi miagolii acutissimi diventano laceranti. Adesso comincia a calmarsi, ma sconcerta la sua agitazione, quell'improvviso girare per la casa come in una gabbia, quell'arrampicarsi e scagliarsi giù dai mobili senza smettere di urlare. Cosa ti hanno fatto, micione che oscilli dalla pigrizia all'angoscia?
Camillo ha cambiato già tre o quattro case, ma in un ambiente non ci è mai vissuto davvero, una famiglia non sa cosa sia; non sarà facile abituarlo, e fortuna Nerino, questo felino speciale che sembra tutto capire, sembra sempre scegliere la cosa giusta da fare al momento giusto. Ieri, dopo tre giorni di latitanza, mi è tornato in braccio, e “fusava”, e mi guardava con l'intensità carica di parole che ormai so riconoscere: eccomi, non ti avevo abbandonato, dovevo solo provvedere a questo mio fratellone che è un po' chiuso, un po' rinchiuso; porta pazienza. E poi si stacca da me, con la zampa comincia a scherzare con Camillo e poi una serie di “bacini” che si concludono con una leccata del crapino. L'altro lascia fare, poi mi guarda: cosa sta succendo, sembra volermi dire, cosa state facendo? Perché d'improvviso il mondo è buono con me?
Vorrei ti convincessi, Camillo, che non dovrai più soffrire, che questa è casa tua e che noi non aspettiamo altro di sentirci accettati da te; ti sembrerà strano, ma anche due umani possono aver bisogno dell'attenzione di un gatto, e ci restano male se non riescono a far breccia. Ma adesso andate a giocare tra voi, ritrovate la vostra natura e i vostri atteggiamenti: Nerino ormai interagiva con due bipedi in modo persino inquietante, nostro malgrado lo avevamo snaturalizzato, grazie a te sta ritrovando i suoi tratti atavici. Lo sai, lo capisci Camillo che già ci stai consentendo equilibrio, saggezza e un amore più maturo?
Ma le vie dell'adattamento, del mutuo addestramento sono infinite e misteriose. Stanotte non sento un solo lamento. Mi alzo e sono lì, seduti uno a fianco all'altro, pazienti, forse vagamente compatenti: quanto ci mette questo bue ad alzarsi? Ed eccoli, ruffiani uno peggio dell'altro, si strusciano le testoline, il nero contro una gamba, il tigrato contro l'altra. Avete fame, ho capito, arrivo. Mi precedono in bagno, come un sol gatto, e festeggiano il primo dei quarantacinque spuntini della giornata con un concerto di miagolii consapevoli. Ogni tanto levano il capo e mi guardano. Anche Camillo comincia ad avere lo stesso sguardo di complicità di Nerino.

Commenti

  1. amore più maturo... già. non è facile, ma mettendosi in questa prospettiva diventa tutto più intenso, più vero.
    w la famiglia allargata!

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  2. Quello che non si può dire è che io sono come tua madre, non ho mai voluto soddisfare la richiesta di chi vorrebbe un animale in casa; troppo fissata per la pulizia e l'igiene ho sempre negato la possibilità di tenere il cane ma anche il gatto.Per questo motivo la mia casa esplode di pelouches che avrebbero dovuto essere un surrogato dell'animaletto tanto desiderato. Che avrebbero, ripeto. Così non è mai stato,visto che la richiesta non è mai cambiata!Al massimo un pesce rosso o la tartaruga, ma sono anche quelli tempi molto lontani.Mi trasformo in una statua di sale quando si avvicinano e ti annusano e vorrebbero giocare.In realtà amo gli animali, ma prenderli è un impegno serio per tanti motivi.Intanto a casa c'è chi dice: la prima cosa che faccio quando avrò una casa mia è prendere un cane ma anche un paio di gatti, allora mi sento in colpa...

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    1. Ho giudicato a lungo mia madre per la sua presunta insensibilità. Poi ho capito. E' come dici tu, un sentimento frustrato, un rimpianto di impossibilità. A volte è difficile, fanno dannare e anche chi non ha altri pretesti, come noi, vacilla. La mia severità si è trasformata in comprensione.

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  3. prenderò pure io un gatto, ma siamese puro o gatto thai che dir si voglia, per ragioni di carattere - sono notoriamente docilissimi e mai si rivoltano contro l'umano, come fanno i gatti comuni europei che conservano la selvaticità atavica che invece i gatti orientali non hanno perchè addomesticati millenni prima- e per gli occhi di ghiaccio che solo i siamesi posseggono....lo sto cercando disperatamente, se qualcuno ne ha uno me lo dica, lo pago ovviamente, altrimnenti andrò da un allevatore....

    Davide, Milano

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  4. mai pagare per un gatto: si lascia fare al destino e si prende quello che si trova, anzi che ci trova. sia da un negozio o dalle oscure casualità di internet, un gatto è già lì che aspetta d'essere salvato. per salvarci.

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    1. concordo, non ha senso rivolgersi a un allevamento, il mondo è pieno di gatti e cani che rischiano di fare una brutta fine, e aspettano qualcuno che se ne prenda cura

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  5. infatti, ma non mi entusiasma il gatto comune europeo, ancora troppo selvatico nel comportamento di base, mentre mi affascina il siamese puro o gatto thai per via del carattere docilissimo e degli occhi azzurri come il cielo del Siam, purtroppo i siamesi e i gatti orientali in generale non li regalano...

    Davide, Milano

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    1. Per quella che è la mia esperienza, moltissimo dipende dall'imprinting, se prendi un gattino nato da una gatta domestica, e venuto a contatto con l'uomo fin dai primi giorni di vita, sarà tutto tranne che "troppo selvatico", e la genetica fa pochissima differenza.Molti pensano che il gatto comune è troppo selvatico, solo perché la maggior parte dei gatti europei sono semi-randagi, ma probabilmente anche gli orientali se li abbandoni per strada, diventerebbero molto meno docili e addomesticabili. Come per gli esseri umani, anche per i gatti è l'ambiente in cui crescono che fa la differenza, la razza non conta più di tanto!

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