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PERSON OF INTEREST

PERSON OF INTEREST
C'è una meraviglia di serie tv, nuova nuova visto che è partita in settembre, subito imponendosi al gradimento dei telespettatori Usa - ma la potete già visionare, praticamente in contemporanea e sottotitolata (voi sapete come), ed ha personaggi ed intrecci formidabili. “Person of interest” si chiama, ed ha a che vedere con la possibilità, o meglio la certezza, di essere costantemente spiati ovunque noi siamo in modi che neppure immaginiamo. La differenza è che qui siamo spiati per essere salvati, perché siamo tutti in pericolo; ovviamente, sono spiati anche quelli che ci danno la caccia, per venire neutralizzati: se ne incaricano Finch, genio malato informatico zoppo (magistralmente incarnato da Michael Emerson, il Ben Linus di “Lost”), in collaborazione con l'ex marine Reese, fascinosa e misteriosa macchina da guerra con i tratti di James Caviezel. Uno la mente (informatica), l'altro il braccio (violento e non necessariamente della legge), in una sequela di situazioni intriganti; anche i personaggi a contorno – la detective Carter, il poliziotto già corrotto ma infine “redento” Lionel Fusco, piano piano si affacciano e si impongono. Ma sono le storie, ad essere davvero forti, credibili per quanto allucinanti. E i due protagonisti sono davvero straordinari. In particolare, lo smanettone è tutto tranne che il povero sfigato che a tutta prima potrebbe sembrare, e l'ex forza speciale, da parte sua, è lontano anni luce dalla brutalità ottusa dei suoi ex simili. Sono due fuorusciti complementari che adottano strategie complementari, uno salva il culo all'altro e viceversa. La cosa più divertente della serie, se di divertimento si può parlare, è notare come Reese, che parla sempre a voce bassissima, come uno che non ha più niente da chiedere alla vita, ogni tanto entri in un luogo chiuso dove sta rintanata la feccia più pericolosa dell'universo: si sente un istante di silenzio, poi un'apocalisse di pochi momenti ed eccolo uscire tranquillo e perfetto come quando entrato, senza nemmeno una piega sul vestito di ottimo taglio. Dentro, è il massacro...
C'è una credibile critica, ci pare, al sistema delle modernissime comunicazioni informatiche che ci condannano e ci salvano, ed alle quali in nessun modo possiamo comunque sfuggire. Finché il nostro numero esce sulla macchina giusta, quella gestita da chi è deciso a salvarci, va bene; ma se dietro il mirino invece c'è chi si appresta ad eliminarci, sono dolori. Anzi neanche quelli, evaporiamo senza neppure accorgercene. Per non parlare del risvolto che sta ancora un livello dietro: le guerre di posizione fra scacchisti informatici, che cercano di distruggersi a vicenda nei rispettivi mondi. Mondi, tuttavia, che non sono fini a se stessi, che se scompaiono risucchiano le vite di milioni di persone; le nostre stesse vite, perché siamo ormai avvolti nella nuvola computazionale che regola tutto, che alimenta tutto.
Ma la fortuna della serie sta in risvolti mozzafiato (una volta tanto, usiamolo a proposito, questo termine), con ottimi scenari di una metropoli malata dai cui meandi si affacciano mafie e formazioni criminali da tutto il mondo, di una contemporaneità malata e sempre più fuori controllo. Il tutto con un ritmo sempre serratissimo, e, ogni tanto, con qualche dubbio metodico ed esistenziale che si affaccia, e che neppure “la macchina” riesce a portarsi via. E men che meno i due tormentatissimi eroi. Da vedere, assolutamente: J.J Abrams ha colpito ancora, speriamo solo che, proseguendo la serie, non si lasci andare ai suoi tipici deliri da doppia realtà, da universi paralleli, perché rovinerebbe davvero una serie dall'equilibrio, finora, perfettissimo. La prima serie va chiudendosi e non c'è stato un solo episodio meno che strepitoso. La seconda è già in programma. Diventate anche voi “person of interest”, non ve ne pentirete.
(riveduto e aggiornato dal Faro n. 34 del 2011)

Commenti

  1. Ti sono debitore per questa serie. C'ho passato delle discrete vacanze natalizie. L'intervento dell'FBI ha messo alle corde un po' tutti
    Senza ombra di dubbio è una delle serie migliori che io ricordi. Tra le altre cose l'ultima puntata della prima serie mi ha fatto riscoprire l'album del 2007 degli Unkle, War Stories. Me lo sono divorato con le orecchie.

    Francesco,Roma

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    Risposte
    1. Sono contento di aver fatto da tramite. Person of interest è fantastica, ed è in lavorazione la seconda serie. Forse possono lavorare ancora un po' sui risvolti umani, ma già così è un capolavoro.

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