Passa ai contenuti principali

PER UN PIATTO DI SPAGHETTI

PER UN PIATTO DI SPAGHETTI
La faccenda in sé è talmente grottesca da suonare perfino comica: eppure il piatto di spaghetti da 180 euro per la pancia di questo Lusi, di professione tesoriere della Margherita, qualche riflessione la induce. Anzitutto, sul ruolo. Questo Lusi sarà anche stato quello che faceva girare i soldi, ma nel circo politico è una figura mediana, magari strategica ma non certo prevalente. I lussi che si permetteva non erano eccezionali, è emersa questa spaghettata oscena ma potete star certi che i boss, quelli che ogni giorno saturano l'aria e l'etere delle loro flatulenze verbali si concedono anche di più. Tutti, anche i moralisti socialfascisti di Di Pietro, anche i proletari come Vendola. Il circo politico è qualcosa di sideralmente lontano dalla fatica della gente, è un altro pianeta e un pianeta dove non tramonta mai il sole e infatti nessuno vuole lasciarlo e tutti vogliono disperatamente, ferocemente entrare a farne parte.
Per questo, e siamo alla seconda considerazione, non sono credibili quanti oggi si stracciano le vesti, né fra i trafficanti del PD che è il partito di riferimento di Lusi, né tra i faccendieri degli altri schieramenti. Questo ha rubato, pare, una ventina di milioni, ma li ha rubati davvero? Lui lancia messaggi, dice che faceva il bancomat per tutti, che tutti sapevano e gli allusi, che hanno capito benissimo, reagiscono annunciando querele ma non sono credibili anche perché qui non si parla dei 20 milioni sottratti dal tesoriere in spaghettate e gite turistiche ma di 210 milioni di rimborsi elettorali finiti in una voragine. E hanno il coraggio di sostenere che tutti ignoravano tutto, al gran completo? Questo la dice lunga sulla considerazione in cui vengono tenuti i cittadini che poi votano. Neppure i giornalisti con la fiaccola della verità si salvano. Ho assistito con questi miei occhi, nei camerini, a vergognose pre-trasmissioni in cui firme di primissimo piano concordavano con chi li avrebbe intervistati ogni singola battuta, comprese le staffilate da mollare ai nemici. Ovviamente, il tema era dei più moralisti, la casta e i relativi sprechi; e si fingeva tutto lo spettro dei sentimenti, sorpresa, costernazione, rabbia. Ma la verità è che i giornalisti eminenti, imposti e blindati dai partiti, sanno tutto e quando fanno qualche libro indignato dicono lo zero virgola uno di quanto effettivamente conoscono. Il piatto di spaghetti al caviale da 200 euro infatti non si era letto da nessuna parte.
Terza riflessione, forse la più scontata. Se un simile fiero pasto l'avesse consumato Berlusconi, magari a contorno di qualche bunga bunga, che sarebbe successo? Non certo per difenderlo, sia chiaro, anzi l'uomo ha tragicamente nauseato e se oggi siamo costretti a subire un governo di banchieri predoni, la principale responsabilità è sua. Ma qui si ragiona dei due pesi e due misure dell'informazione, e anche della satira: entrambe molto, molto attente a non inferire, a troncare e sopire quella che è una autentica mortificazione per la politica d'area, come nel caso del programma della Dandini che di fatto è un continuo, ossessivo, patetico spot al Partito Democratico. Al punto che la parola più ricorrente è “noi”, per dire noi partito, noi appartenenza, noi militanza, noi contro di loro. E “noi”, incredibile ma non troppo, preferiscono continuare a correre dietro ai fantasmi berlusconiani, delle spaghettate di Lusi si dimenticano, al massimo qualche buffetto in punta di piumino. Una come la Gruber, che fa impallidire qualsiasi Minzolini, ha scelto di correre in soccorso del partito come se fosse vittima anziché complice di questo gioco sconcio.
Quarta digressione, e finale. Secondo voi lo sconcio di questo andazzo, clamorosamente confermato ma certo non sorprendente, servirà a scoraggiare i cittadini elettori dal tornare ad eleggere i soliti maiali, come cani di Pavlov? È una domanda retorica, di quelle che al liceo ci insegnavano a tradurre col “nonne” latino. La verità è che i duecento euri per un piatto di pasta non inducono nausea ma appetito: ammirazione, smania, emulazione. Alla fine, una tale rivelazione finisce per risolversi in un potente spot per il circo della politica, l'unico, insieme a quello del rock, a potere garantire simili lussi. Ma almeno il circo del rock non condiziona la vita collettiva, non la avvilisce col suo moralismo ipocrita (anche se comincia ad avvertirne la tentazione), non la impoverisce, non la rovina, non induce a suicidio chi duecento euro non li vede neppure in un mese e alla fine sceglie, e non gli si può dare torto, di farla finita perché non è vita quella in cui un singolo piatto di spaghetti per un maiale solo costa come un mese di spesa per una famiglia. A proposito. Ma quale ristorante (anche in Italia, non solo alle Bahamas) fa pagare 180 euro un piatto di spaghetti? Equitalia, pensaci tu.

Commenti

  1. Commento di mia madre: "ma come ...zzo si fa a pagare 180 euro un piatto di spaghetti?" anche se, in realtà, l'ha detta, aggiungendoci dell'altro, in dialetto romagnolo.

    Probabilmente, 170 euro erano le mance per il cameriere...ehm...

    cl@ud

    RispondiElimina

Posta un commento