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MALEDETTO LUNEDI'


MALEDETTO LUNEDI'
Il lunedì è sempre più ingrato, anche perché per molti, gli interconnessi a vita, non esiste più. Chi è retrogrado o semplicemente povero ci prova a mantenerne almeno la parvenza e così la domenica bene o male riesce a fuggire dalla insulsa quotidianità di tutta la settimana, può partecipare a un pranzo con gente piacevole, andare a trovare amici che non vedeva da tempo, a presentare il libro di un amico al quale ha trasmesso, o così gli piace pensare, il virus della scrittura, può occuparsi dei gatti. Poi al lunedì accende il computer e sbatte contro il siparietto domenicale fra Rutelli e l'Annunziata. E capisce che niente è reale, neppure la sua stessa vita, nemmeno i gatti. C'è solo questa bolla di chiacchiere e follia, questa deficienza condivisa, di chi la mette in scena, di chi la guarda, spinto da chissà quale riflesso pavloviano. Quello di informarsi no, questa non è informazione, queste sono le comiche di Ridolini. Forse l'abitudine o il terrore di restare tagliati fuori ma poi da cosa? Da gente improbabile, che non esiste, che parla di drammi personali, grotteschi e li chiama politica come un partito dal quale spariscono duecentodieci milioni e tutti cascano dalle nuvole (perfino chi li ha fatti materialmente sparire), tutti querelano tutti, tutti vanno in televisione a litigare con tutti. C'è una mutazione genetica nell'acquario televisivo, per anni, per decenni ci siamo abituati a vedervi affiorare pesci con un prodotto da vendere sotto le pinne. Adesso vanno a confessarsi, a pretendere l'assoluzione, a lamentarsi, a proclamarsi, ci si chiami Rutelli o Caselli o Formigoni o Camusso o Belen o Fornero. E noi risucchiati, ogni lunedì, proprio quando ci eravamo illusi di avere, malgrado tutto, una vita normale, anche sfigata, ma insomma una vita.

Commenti

  1. non avevo letto questo post, che c'entra lateralmente con quello che ho appena mandato online anche'io: http://balloondevie.blogspot.it/2012/03/come-nasce-una-rubrica.html
    è nata la rubrica.
    se vuoi usarne una sintesi per "Il faro" fai pure. Sennò te la mando io (dammi le battute e procedo)
    ciao, oggi, per fortuna, è martedì

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  2. Molto bella la definizione di "deficienza condivisa", grazie, la adotterò d'ora in avanti... Per il mio lavoro, sto sperimentando quotidianamente la "deficienza condivisa" su twitter. Nessun mezzo è cattivo in sé, d'accordo, ma il chiacchiericcio continuo in 140 gradi è pauroso, aberrante...

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    1. twitter non lo so usare, ne diffido. allo stesso tempo, ne sono tentato perchè vorrei raccogliere la piccola sfida personale di farne qualcosa di diverso, di personalizzato, di mio. l'ho fatto col blog, l'ho fatto, di riflesso, con facebook che odio ma ho piegato alle esigenze di quello che faccio per mestiere, e solo quello. con twitter dovrò misurarmici prima o poi, anche per dimostrare a me stesso che si può usare anche senza avere una velina da chiavare o senza essere una specie di vip che racconta delle sue funzioni intestinali.

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  3. Per lo meno, se non ci riuscirai tu, sapremo che è impossibile! :-)

    Coraggio

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