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FIGLI DI NESSUNO

Restare prigionieri per un anno, sperando ogni giorno, ora con disperazione, ora con fiducia, nella libertà, riuscendo a tirare avanti attingendo alla felicità di domani, col pensiero ai figli, alla moglie, facendosi coraggio l'un l'altro. Magari avranno anche riso, qualche volta, increduli del loro destino. Magari avranno anche pianto. E poi di colpo tutto precipita e non hai neanche il tempo di rassegnarti. Così sono morti due ingegneri, uno italiano, Franco Lamolinara, l'altro inglese, Christopher Mc Manus, in Nigeria. Un blitz finito male, autorizzato dal primo ministro britannico Cameron d'intesa con le autorità nigeriane. Italiani, dicono, avvertiti solo a cadaveri caldi. Poi hanno corretto: sapevamo. Forse è anche peggio. Ce n'eravamo dimenticati, nessuno ha sfilato per loro, anche gli ostaggi non sono tutti uguali, alcuni sono davvero figli di nessuno. Due che erano là a lavorare, stritolati da un gioco più grande di loro. Due morti senza colpa, senza aver fatto niente. Morti dopo un anno passato a sperare, disperatamente, per niente.

Commenti

  1. Nulla di nuovo Massimo,

    alla fine tutto (anche il prorpio destino) si riduce,non tanto a cosa si dice o si fa,bensì a chi lo dice e chi lo fa.

    vince'

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