ANCORA VOI

ANCORA VOI

Ancora Bossi che minaccia di morte a vanvera e poi incolpa a vanvera di essere stato travisato? Anche la Padania che uccide, le pallottole da trecento lire, il popolo del nord che è stufo? Di cosa, di una lunga stagione di potere leghista, padano, nel quale si sono spartiti tutto lo spartibile? Mentre Bossi vaneggiava di accoppare Monti, gli inquisivano il presidente del consiglio regionale lombardo, vedi il tempismo. E quello, senza più voce, verdastro come un sedano vecchio, con dietro quel figlio che pare un libanese, lì a bofonchiare, a fingere d'agitarsi per tenere a galla un partito vegetale, un elettorato bovino, che impedisce ai figlioli (fatica sprecata) di cantar l'inno nazionale. Ancora come allora, come non fossero passati quasi tre decenni?

E ancora Berlusconi, il suo voler rilanciare un partito che non è mai esistito eppure è riuscito lo stesso a sfasciarsi per gli appetiti, le ambizioni, le faide interne? Ancora il suo appoggiare, eleggere, rinominare, ridefinire, perfino la musichetta per gli spot elettorali? Intanto sabato è andato come suo solito in un celebre ristorante di Milano dove l'hanno raggiunto le solite mignotte pronte a tutto, che adesso, apprendiamo, si chiamerebbero “gieffine”, da Grande Fratello, e sono le cortigiane in speranza di penetrare nel prossimo Parlamento. Ancora? Ancora dopo quanto, più di trent'anni, dopo i capodanni con Craxi e le ballerinette poppute di Drive in, e poi il balletto di europarlamentari da ginocchia, di troie da villa, di igieniste dentali da malaffare? Ma non hanno intrigato, arraffato, mestato abbastanza, non hanno spolpato tutto il possibile, obbligandoci al commissariamento di un esecutivo di piranha travestiti da stoccafissi?

E non mollano, coperti di disastri e di lifting ma non mollano, orrendi, grotteschi, Berlusconi a vederlo da fino ha una pelle che somiglia a Noriega, il dittatore panamense, Bossi al telegiornale aveva un riflesso verde nei capelli come un mastro Geppetto psichedelico. Che incubo però questi zombi mai sazi, questo loro a volte ritornare, caracollante, lugubre, grottesco.